E allora è nostro dovere non tralasciare i piccoli particolari che ci permettono di guardare le cose con una prospettiva differente.
Riflessioni a partire dall’articolo di Tim Parks, Sì. viaggiare (con libri e scrittori).
“Il tempo per leggere, così come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”.
Questa citazione, tratta da un’opera di Daniel Pennac, riassume in poche parole
quello che dovrebbe essere il nostro modus vivendi quotidiano. Amare e leggere dilatano il tempo della nostra vita e la vita, infatti rappresenta una splendida occasione, la nostra splendida occasione, per vivere nuove esperienze, facendo della scoperta e della curiosità i motori per menti e animi coraggiosi.
Molto spesso, si tende a considerare il libro come qualcosa di noioso od opprimente, inutile in una società in cui sempre più spesso dominano la velocità e la frenesia. Molti di noi non sono consapevoli di ciò che un’opera letteraria può regalarci, un po’ per ignoranza e, a volte, anche per indifferenza. Un buon libro, considerati i gusti ed i generi prediletti da ognuno, può rappresentare un’esperienza di crescita unica, dal punto di vista non soltanto culturale, ma anche pedagogico e sociale. Leggendo, infatti, entriamo in contatto con mondi paralleli, talvolta anche fantastici, dai quali certamente possiamo ricavare insegnamenti morali di estrema importanza. Si compiono dei veri e propri viaggi grazie alla lettura; potremmo dire che è
proprio grazie a quest’ultima se viviamo emozioni che, in alternativa, solo i veri
spostamenti potrebbero offrire, facendo un’analisi pragmatica e oculata.
E allora oggigiorno, in un mondo che mira sempre più al progresso, allo sviluppo e alla risoluzione di problematiche ritenute di vitale importanza dai grandi magnati
della Terra, è nostro dovere non tralasciare i piccoli particolari che ci appaiono come futili o superficiali, ma che in realtà ci permettono di guardare le cose con una prospettiva differente, più positiva, facendo la differenza. Tramite “strumenti” quali il viaggio (reale ma anche immaginario, grazie ai libri) abbiamo l’opportunità di evadere da una realtà che sentiamo troppo spesso non nostra, essendo essa povera di ideali e principi.
Varie indagini condotte su larga scala, oltretutto, dimostrano come sia migliore la “prospettiva di vita” di chi viaggia e legge molto. Tutti noi, nondimeno, dobbiamo cercare di avere una mentalità che sia il più aperta possibile. Solo quando la maggioranza acquisirà tale mentalità, sarà legittimo dire di aver raggiunto un progresso vero, interiore ma evidente, visibile a tutti, quando essa saprà dire con fermezza che “l’importante non è vivere ma vivere bene”, come diceva Socrate nei propri apologhi. È passato molto tempo, ne passerà molto altro ancora probabilmente, eppure continuo ad essere sempre più convinto della veridicità di tale affermazione, la quale resta e resterà indubbia e indiscussa, almeno per me.
Simone D’Ascenzi IIIB