A proposito di confini, e stavolta confini reali, tristi e sanguinosi della storia mondiale, parliamo di trincee.
La trincea è un tipo di fortificazione militare difensiva: un fosso veniva scavato nel terreno per ospitare e proteggere le truppe, che in questo modo si trovano in qualche modo al sicuro (anche se in guerra mai si è al sicuro) dal tiro delle armi nemiche.
Erano dei veri e propri solchi scavati nel terreno a una profondità di due metri circa, che contenevano munizioni e rifornimenti per i soldati, oltre a essere un nascondiglio. Spesso venivano circondate dal filo spinato che rendeva più complicato l’assalto delle truppe nemiche. Le trincee assunsero un ruolo determinante nella Prima Guerra Mondiale, sia tecnicamente, sia “letterariamente”..se pensiamo a quante lettere dal fronte possiamo leggere, alle speranze dei soldati, alla gioia di chi le riceveva…
I campi di battaglia della Grande Guerra, il primo conflitto mondiale quindi, erano pieni di trinceramenti, fortificazioni e bunker: una guerra stabile, di posizione, che doveva in qualche modo trovare un modo per diventare più mobile. Gli anni della PGM si sono contraddistinti per un grande avanzamento tecnologico in svariati settori, molto più che durante la SecondaGM.
l grande uso delle trincee portò all’invenzione di nuove armi da guerra sempre più forti e avanzate, sia per stare dentro la trincea (come la baionetta, arma con una lama posta sotto la canna del fucile utilizzata negli scontri corpo a corpo, che fu costantemente perfezionata), sia per uscirne, come dicevamo appena sopra: migliorò notevolmente la mitragliatrice (che rese ancora più difficile l’attacco alle trincee perché poteva uccidere decine di nemici in pochi minuti), entrano in scena armi leggere moderne, granate fumogene, lanciafiamme, carri armati. E ancora, aviazione, sommergibili, artiglieria sempre più moderna, persino gas e armi chimiche. Alla fine della PGM i soldati indossavano elmetti d’acciaio, maschere antigas, erano dotati di una vasta gamma di armi e potevano contare sul supporto di forze aeree e carri armati: insomma evoluzioni del tutto impensabili allo scoppio della guerra.
Le trincee venivano costruite a scopo difensivo, dicevamo. Erano un confine, una separazione. Una netta divisione tra due schieramenti. Esse dividevano i due eserciti, ma in alcuni momenti l’uomo è riuscito a superare i limiti imposti e, anche in una situazione così tragica e drammatica, è riuscito a far prevalere l’umanità e l’unità. Nel 1914, sul fronte occidentale, al confine tra Francia e Belgio si verificò un episodio ricordato come Tregua di Natale: tedeschi e britannici cessarono il fuoco e insieme si divertirono giocando a calcio. Una tregua di un giorno, è vero, ma un bagliore di speranza.
Articolo di: Guido Frate, Manuel La Selva, Endrit Bibaj