Lentamente muore chi diventa schiavo della società, ripercorrendo ogni giorno gli stessi errori, chi non si distingue, chi non trova se stesso, chi non rischia di provare nuove esperienze, nuove emozioni, chi resta in silenzio rimanendo ignavo. Muore lentamente chi evita ogni forma d’amore, chi preferisce la solitudine alla convivenza, chi rimane indifferente, piuttosto che provare le vere emozioni, quelle che ti fanno sorridere il cuore, quelle che ti rimangono dentro davanti alla bellezza dei sentimenti.
Sofia Marini, Ricalco Linguistico di Lentamente muore, Officine linguistiche
Sydney è una ballerina molto talentuosa ma anche molto ansiosa. Il suo sogno nel cassetto è quello di poter ballare sopra i palchi dei suoi artisti preferiti, come Sfera Ebbasta, Lazza, Geolier, per poter dare una enorme soddisfazione a se stessa, sicuramente, ma in primis a suo nonno Alfredo, una persona per lei speciale, un uomo di 65 anni, dai capelli biancastri, sempre in forma e molto ottimista. Il loro rapporto è qualcosa di unico, è molto forte, si vogliono un gran bene. Lei è una ragazza dolcissima, un po’ timida, spesso ha bisogno di rassicurazioni e di essere compresa, ma le piace provare a buttarsi nelle situazioni, e le piace riuscire in tutto quello che fa: diciamo pure che non accetta le sconfitte. Prove su prove, fatica, impegno, lezioni fino allo sfinimento, pianti e tante risate…
Arriva il giorno tanto atteso: dovrà finalmente salire sul palco, a Milano, per il concerto di Lazza. Uno dei suoi sogni più grandi sta per realizzarsi. Lei è in fibrillazione, la felicità le si legge negli occhi lucidi ed emozionati, scuri come il cielo di notte, profondi come il mare quando ti allontani dalla riva.
Non fa in tempo a godersi questi attimi di gioia che le arriva, come un pugno allo stomaco, la notizia di suo nonno ricoverato d’urgenza in ospedale, le cause non sono ancora molto chiare. Sydney dovrà affrontare il giorno più bello della sua vita da adolescente senza l’altra parte del suo cuore: la sua tristezza è mescolata all’ansia incredibile di quel che sta succedendo, emozioni contrastanti si susseguono e si alternano in lei. Sa che deve dare il massimo, però, soprattutto per suo nonno. Lo vuole rendere fiero di lei. E poi questa potrebbe essere la sua occasione.
Parte la musica, le luci scoppiano d’improvviso e inondano il palco: si comincia. Tra il pubblico, la madre di Sydney videochiama il nonno. L’emozione è tanta: vedendola si commuove, rimane stupefatto e orgoglioso della sua cara nipotina, e promette a se stesso di tornare in forze per abbracciarla il prima possibile e per raccontarle finalmente dell’Australia e del suo nome, Sydney.
Quelle mani scorrevano veloci, nota dopo nota, e Paolo era attento a quei movimenti delle dita. Delle dita grandi e robuste, dal pollice fino all’indice. Le studiava con gran precisione. Il bambino fissava in modo attento prima i tasti bianchi e poi quelli neri di quel pianoforte antico, bellissimo, e poi le dita, in un loop che sembrava quasi infinito, quando in realtà durava solo qualche minuto.
Era talmente preso che non prestava nemmeno attenzione al viso del pianista. Quei pochi minuti s’involano, diventano mesi, anni. Siamo a 20 anni dopo: è la cena di famiglia e quel piccolo è ormai adulto. Intorno a lui, facce amiche e il fuoco di Natale, che scricchiola e arde in quella gelida sera di dicembre. Gli si affollano in mente immagini, il pianoforte, le note, quelle dita. Improvvisamente riaffiorano. Improvvisamente la sua voce rompe il silenzio, quasi vivesse di vita propria, e chiede con foga ai suoi genitori chi fosse quel pianista che per lui era rimasto una grande incognita per anni. “Paolo, ma sei serio? Gianni era tuo nonno, come fai a non ricordarlo?”. Gli si fece chiaro in quell’istante che aveva dei vuoti di memoria su alcuni momenti della sua vita, ma anche di averli volutamente lasciare nell’oblio.
Si apre così, per Paolo, una nuova era, quella della consapevolezza, della scoperta di se stesso, dell’esplorazione della sua anima e del coraggio di guardare in faccia i suoi dolori. Una melodia aveva scatenato in lui qualcosa di ancestrale, profondo. Non sarebbe più scappato.
Si siede al piano, sopra ci sono tre rose gialle seccate con la lacca e ormai immortali, e una foto di suo nonno. Immagina quelle dita, rugose ma sempre eleganti, e poi le sue, sopra quelle di suo nonno: era lui che gli aveva insegnato i segreti della musica. E non solo. Una lacrima gli scende sulla guancia. Ha il sapore di un dolore, ma anche di una rinascita.
Considero valore ogni forma di vita, ogni piccolo gesto che scalda il cuore. Considero valore ogni tipo di consiglio, anche quelli che non sembrano esser giusti. Considero valore gli aiuti mai chiesti, ma arrivati esattamente quando ne avevi bisogno.
Considero valore le persone buone, considero valore la sincerità, le sorprese, il profumo della lavanda. Considero valore il coraggio di dire la verità, l’esser schietti, e considero valore chi sa apprezzarla, la verità. Considero valore l’educazione, il buon senso. Ma cos’è realmente il valore?
Franca Luciani, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca
Considero valore ogni forma d’amore. Considero valore la famiglia, l’essere uniti. Considero valore chi lavora senza mai lamentarsi, il dolore di una profonda ferita. Considero valore quello che in passato valeva tanto, ma quello che oggi vale molto poco. Considero valore il mondo e la vita e considero valore chi li sa apprezzare, chi sa dare importanza a sé stesso e al suo vissuto.
Considero valore chi non resta fermo a guardare, chi riesce a mostrare le proprie fragilità. Considero valore il saper apprezzare le piccole cose, senza mai stancarsi. Considero valore chi ha pazienza. Considero valore il tempo, chi non si lascia trascinare dalla sua fugacità.
Sofia Marini, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca
Considero valore ogni gesto inatteso, un fiocco di neve che cade gentile, una lacrima che diventa un sorriso. Considero valore il sole di mezzogiorno, che ogni si trasforma in albe delicate e in tramonti infuocati. Considero valore ogni piccola stella che illumina la sera e che s’illumina, ogni sera. Considero valore una risata, un amore duraturo, tutte le delusioni della vita: incomincio ad affrontarle crescendo, non è facile ma le considero valore. Considero valore un viaggio che stravolge la vita, ma anche un semplice soffio di vento che sposta i capelli dal viso. Considero valore la sensazione che si prova quando si vuole bene a qualcuno. Considero il più grande valore volere bene a qualcuno.
Veronica Pappalardo, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca
Considero valore tutte le lacrime versate. Considero valore la freddezza del cuore quando devi proteggerti e il suo calore, quando puoi fidarti. Considero valore l’ipotesi di non credere che l’amore esista per sempre, ma credere che comunque esista. Considero valore il sole, l’arcobaleno dopo una tempesta anche se per terra è bagnato, proprio perché per terra è bagnato. Considero valore mettere un cerotto su una ferita, ma anche non metterlo. Considero valore ricevere un regalo, la nostra galassia e le altre. Considero valore bere un tè caldo insieme alla mia famiglia anche se fuori c’è il sole. Considero valore sapere che esistono valori da considerare.
Francesca Cimini, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca
Si chiama “Revolutionary road – la strada della gentilezza” l’opera finita, così come l’intero progetto da cui nasce, cominciato lo scorso anno e proseguito in questo, avente come tema il contrasto e la prevenzione ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo. La classe 3^B, in rappresentanza di tutto l’Istituto Tecnico Economico per il Turismo “A. Argoli” di Tagliacozzo, ha realizzato un murale insieme allo Street Artist Andrea Parente, in arte Alleg, per concludere nel modo migliore e più originale possibile il percorso sopracitato, portato avanti dalla nostra Referente d’Istituto per il bullismo e cyberbullismo, la professoressa Antonella Finucci. Una splendida opera di street art, dunque, che ha lo scopo di comunicare messaggi la cui importanza, talvolta, viene minimizzata.
Sentirsi soli, incompresi, aver paura, non capire il valore dell’autostima: tutto questo è quel che noi ragazzi abbiamo voluto racchiudere nei nostri bozzetti, realizzati in classe durante alcune ore di brainstorming con l’artista e la prof, diventati poi un capolavoro artistico tutto da ammirare. Grazie al talento di Alleg, che ha saputo dare la sua cifra distintiva al murale e un’organicità complessiva, all’idea e all’energia della prof, nonché alla sua immensa fiducia in noi studenti, grazie all’appoggio e al supporto gentile e sorridente della Dirigente Scolastica Clementina Cervale e alla straordinaria forza di volontà ed energia di noi alunni che abbiamo davvero messo mente, intelligenza, cuore e braccia in questa iniziativa, ancora una volta il nostro istituto lancia un messaggio toccante, uno di quelli che certamente non lascia indifferenti: impariamo a stare bene con noi stessi e scomparirà ogni tipo di violenza.
Questo è il nostro messaggio e ve lo lasciamo in immagini: l’arte di strada è impattante, colorata, libera e di tutti. Ci piacerebbe che ogni passante si chiedesse il significato di quei disegni, e ne comprendesse il senso più profondo. Ci piacerebbe che ognuno di voi possa percorrere la nostra “strada della gentilezza”.
Due facciate si contrappongono, il sole e la luna si guardano: da un lato la notte, e le parole difficili, da un lato il giorno e le parole belle, da perseguire. I disegni emergono colorati e brillanti dal nero del fondo. Ve ne raccontiamo qualcuno. ➢ SOLITUDINE: chi è vittima di bullismo molte volte può ritrovarsi da solo, senza un appoggio. Chi è bullo spesso molte volte può ritrovarsi da solo, senza un appoggio. Dunque, imparare a stare bene con se stessi, anche da soli, è il primo passo per non cadere nelle trappole del bullismo; ➢ PAURA: una luce che illumina un viso genera un riflesso gigante e sta a significare che la paura ingigantisce le situazioni, quindi bisogna cercare di essere razionali; ➢ APPARENZA: non sempre ci si mostra per come si sta realmente; ➢ CAMPANILISMO: a causa di un attaccamento esagerato alla propria città o al proprio paese, o Paese, a volte si finisce per compiere atti di bullismo escludendo chi ha diversa provenienza; ➢ INCLUSIONE: due mani che si stringono raccontano che insieme è tutto più bello: ➢ INTERIORITÀ: un viso che sorride circondato da altri volti che non hanno la bocca sta a significare la bellezza di sapersi ascoltare, di dare voce alla propria interiorità, perché è che ciò che davvero ci farà sorridere nella vita; ➢ AUTOSTIMA: uno specchio e un viso che si guarda in maniera oggettiva, senza abbattersi ma senza nemmeno darsi arie; ➢ COLLETTIVITÀ VS MASSA: la collettività è il modo corretto di stare insieme, la massa fa solo uniformare e rende tutti uguali.
Vi lasciamo giusto qualche foto della realizzazione, l’opera finita aspetta di essere vista di persona, a Tagliacozzo, lungo il sottopassaggio che collega la città da una parte all’altra, dalla scuola fino alla stazione degli autobus. Le vernici utilizzate sono ecocompatibili, a base d’acqua, perché vogliamo salvaguardare il nostro territorio. Buona passeggiata attraverso la strada della gentilezza, credeteci, è la più rivoluzionaria di tutte.
Davide, Sara, Sofia A., Isabella, Giada, Francesca C., Simone, Vincenzo, Giulia, Sofia M., Kevin, Alessandra, Alessio, Savana, Lorenzo, Renis, Francesca T..
Considero valore i sorrisi scambiati con gli sconosciuti. Considero valore il tempo trascorso con il mio nome, le passeggiate all’aria aperta, l’amore tra due persone. Considero valore un abbraccio che giunge inaspettato. Considero valore confrontarmi con una persona che può e sa capirmi, ma anche il confronto con chi è diverso da me. Considero di valore la persona che non ti volta le spalle, che si preoccupa di come stai e pur di farti sfogare nasconde i propri dolori. Considero valore il passato che, pur essendo stato doloroso, mi ha fatto grande. Considero valore guardare le stelle e vagare con la mente. Considero valore la musica, perché mi fa stare bene e mi fa stare male. Considero valore gli attimi fuggenti, che poi non fuggono mai. Considero valore vedere mio nonno soddisfatto per aver cucinato un piatto alle sue nipotine, il suo sorriso, le sue mani. Considero valore la bellezza interiore, la luce e il suo bagliore, la bellezza di un fiore.
Savana Perrotta, Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca
Considero amore tutte le parole che non ti ho detto, tutte le poesie che non ti ho non scritto, se non dentro al mio cuore. Considero amore anche i piccoli gesti, anche se rari. Considero amore litigare con qualcuno sapendo che tornerà la pace. Considero amore scrivere una lettera a qualcuno anche se non ricambiato. Considero amore passare la giornata insieme al mio cane, l’aiuto di un professore quando si è in difficoltà. Considero amore l’amore nascosto tra queste righe, vedere il sole che sorge dal mare per me è considerato amore.
Francesca Cimini, Savana Perrotta, Sara Amicucci – Esercizio di Ricalco linguistico su Considero Valore di Erri De Luca