Allan David Bloom disse “La mancanza di lettura di buoni libri indebolisce la visione e rafforza la nostra tendenza più fatale: il convincimento che il qui ed ora sia tutto quello che c’è”.
Riflessioni a partire dall’articolo di Tim Parks, Sì. viaggiare (con libri e scrittori).
Nel corso della nostra vita ci capita spesso di voler evadere dalla realtà e dai nostri
problemi e sicuramente l’opzione più piacevole è quella di viaggiare, non sempre con amici, bisogna saper anche stare bene da soli per staccare un po’ la presa da tutto ciò che ci circonda.
Ma non sempre è possibile e non è questo l’unico modo per essere spensierati, tra i più comuni abbiamo: ascoltare la musica o leggere un libro, allora perché non unire le due cose? Perché non viaggiare mentre si legge o magari mentre si scrive un libro? O perché non scrivere un libro di viaggio? Leggere un buon libro può aiutare a non pensare alle cose brutte? Sicuramente sì, proprio perché può liberare la mente e può far schiarire le idee.
Come dice l’articolo di Tim Parks, “Sì. viaggiare (con libri e scrittori)”, mescolandosi con gli stranieri, con gli sconosciuti, il viaggiatore acquisirà una maggiore consapevolezza di sé; ed è vero perché viaggiando andiamo a conoscere nuove
culture, nuove tradizioni, nuovi pensieri e nuovi modi di vedere la vita; il viaggio è in fondo un incontro con una realtà diversa dalla nostra.
E allora se esiste un’affinità tra libri e mezzi di trasporto, tra viaggio e lettertura, ci sono musicisti, scrittori o poeti che hanno trattato questa tematica? Uno scrittore lo conosciamo tutti, sì, esatto, proprio lui, Dante Alighieri. Dante durante gli anni del suo esilio, dopo essere stato accusato di baratteria, scrive le sue opere più famose, tra le quali troviamo naturalmente la Divina Commedia. Quest’ultima tratta appunto del viaggio che compie Dante nell’oltretomba attraversando Inferno, Purgatorio e Paradiso. In ognuna è accompagnato da qualcuno: prima da Virgilio, poi per un breve tratto da Beatrice, la donna amata che per lui rappresentava una donna angelo, salvifica, e infine da San Bernardo, che intercederà per lui presso Maria e lo porterà a contemplare Dio. Dante viaggia quindi in un mondo ultraterreno dove incontra personaggi importanti, anche le anime dei dannati oltre alle sue guide, e da ognuno impara qualcosa e trae un insegnamento.
O ancora, possiamo far riferimento a Marco Polo, in quanto la sua opera “Il Milione” è il primo reportage di viaggio, contenente anche descrizioni di popoli e le loro, relative, diverse usanze. Lo stupore del mercante di fronte all’Oriente è uno dei racconti più entusiasmanti di quello che è il “diverso”. E ancora, come disse Henry David Thoreau: “Quanti uomini hanno datato l’inizio della loro vita dalla
lettura di un libro”; o ancora come dice Baricco: “Chi può capire qualcosa della dolcezza se non ha mai chinato la propria vita, tutta quanta, sulla prima riga della prima pagina di un libro?”
E tornando all’articolo, fu proprio leggendo in treno che Anna Karenina capì di voler cambiare vita. Perché il viaggio stimola riflessione. Questo perché non sempre tutto quello che ci accade va come vorremmo, perciò leggere è anche un modo di immedesimazione; un libro riesce a conquistare il tuo interesse solo se leggendolo riuscirai ad immedesimarti in esso, identificandoti con i personaggi ed immaginandoti lo scenario rappresentato nella storia. Non tutti i racconti possono piacere, ma penso che quelli di viaggio siano tra i migliori in quanto ti portano alla consapevolezza di ciò che c’è nel mondo al di fuori di noi e ti invogliano a vivere nuove esperienze o ad incontrare nuove persone con usanze diverse dalle nostre.
Allan David Bloom disse “La mancanza di lettura di buoni libri indebolisce la visione e rafforza la nostra tendenza più fatale: il convincimento che il qui ed ora sia tutto quello che c’è”. Ed è vero, dovremmo imparare ad andare oltre, guardare più in là del nostro essere. Come disse Francis de Croisset “La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno”.
Sofia Marini, IIIB