COSA SONO E DOVE LI TROVIAMO
Cosa sono gli ecomusei?
Gli ecomusei non sono dei semplici musei: fanno rivivere ai visitatori in prima persona la storia di un territorio, dei popoli che ci vivono o ci hanno vissuto, le tradizioni, i costumi e i prodotti tipici. Come, vi starete chiedendo.
Facendo in modo che il visitatore sia catapultato -letteralmente, perché non è solo spettatore ma attore, interagisce con quello che vede- dentro un territorio e dentro le sue tradizioni, dentro la cultura (per usare un termina ancora più completo) di quel posto. Cultura di un territorio che comprende quindi gli ambienti di vita tradizionali, il patrimonio naturalistico e quello storico-artistico. Attraverso gli ecomusei il patrimonio storico, culturale ed ambientale, quindi, diventa oggetto d’interesse non solo per i turisti ma anche gli abitanti, in fondo, che si impegnano a conservare al meglio e a tutelare quel che possiedono.
Un ecomuseo non ha mura o confini, e questa cosa ci piace tantissimo. Un ecomuseo è un’opportunità, possiamo dire. Un’opportunità di scoprire una zona attraverso mezzi diversi dal solito, come percorsi didattici o di ricerca che coinvolgono anche la popolazione stessa, o le associazioni locali e le istituzioni culturali. L’ecomuseo propone come “collezioni”, come “esposizione”, non solo gli oggetti della vita quotidiana e il “saper fare” della gente, il loro modo di vivere, ma anche le tradizioni e le testimonianze che sono arrivate fino a noi e il paesaggio stesso, che non fa semplicemente da cornice, ma che è invece esso stesso museo. L’obiettivo primario dell’ecomuseo, spesso chiamato anche museo diffuso, è quindi quello di rinforzare l’identità di un luogo in maniera sostenibile, come ci dice la parola stessa: l’ambiente e la sua tutela restano al primissimo posto.
Dove troviamo gli Ecomusei in Italia
Il primo ecomuseo nacque in Francia, oggi nel mondo ce ne sono circa 300. Venendo all’Italia, vi segnaliamo quelli che ci hanno colpito di più. In Piemonte c’è l’Ecomuseo della Resistenza, splendida testimonianze delle lotte dei partigiani tra le valli alpine, attraverso percorsi che il visitatore può realmente fare, attraversando baite, boschi e vari luoghi della memoria.
A Pistoia c’è l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, in cui si evidenzia il rapporto tra acqua e bosco, in cui si vede come la montagna e l’uomo interagiscono magnificamente.
Il territorio del capoluogo della bella Puglia, poi, regala mille sorprese ai turisti: a Cursi troviamo il bellissimo Ecomuseo della pietra leccese, usata da tempi lontanissimi per i più importanti edifici e monumenti dell’architettura leccese, nel design etc. Le cave dismesse diventano laboratori aperti al pubblico per far conoscere la vita di chi un tempo qua lavorava.
E poi l’Abruzzo, con il bellissimo museo diffuso di Santo Stefano di Sessanio, Sextantio, un’oasi di pace e serenità tra tradizioni riscoperte, aria buona e gente meravigliosa. Qui, le stanze dell’albergo diffuso, sparse per il centro storico, sono state arredate utilizzando gli oggetti del patrimonio culturale: “vasi, piatti, tavoli, tutti recuperati e conservati come in un museo della civiltà contadina”.
Articolo di Adelaide Biasella e Lara Pacella, II C