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La mia rimonta

Chi sono io? Un ragazzo di 13 anni, ovvio, o più specificamente un essere umano. Quando mi guardo allo specchio vedo un ragazzo con occhi verdi, capelli castani, 42 di taglia di piedi e di aspetto fisico direi che sono non troppo magro ma nemmeno troppo grosso. Ma vedi, amico specchio, è molto più complesso di così.

Tutti nella nostra vita ci siamo almeno una volta guardati attraverso di te e abbiamo visto chi siamo veramente, perché ci siamo fermati a riflettere. Nel mondo di oggi tutti danno importanza all’aspetto fisico, pre-giudicando una persona qualsiasi non dal suo carattere e dalle sue qualità, ma dal suo aspetto. Questo è un tratto che ha sempre descritto le cattive abitudini della razza umana, pre-giudicare una persona. Giudicarla prima, quindi, senza nemmeno conoscerla. Eppure quando ci guardiamo allo specchio siamo già pregiudicati, beh si da noi stessi: non è lo specchio ma noi siamo gli antagonisti di noi stessi, noi siamo il nostro più grande giudice.

Personalmente quando io mi guardo allo specchio non mi giudico né in modo negativo ma neanche in modo positivo, io sono quello che sono e mi piace così. Mi piace così perché sono felice della mia crescita, interiore ed esteriore. Vedo tutti e due questi cambiamenti. Da piccolo, ad esempio, molte persone erano più alte di me (non significa che io ero basso, anzi ero nella media). Quando arrivò il covid, qualche tempo fa, nel mio paese, io e i miei amici, aimé, ci siamo contagiati. Durò un mese e quattro giorni e furono giorni di inferno, chiuso dentro la mia cameretta senza televisione né vita, ma poi tutto è passato e da lì ho iniziato ad avvertire che in me era avvenuta una grande crescita anzi una grande rimonta come nelle partite: sono cresciuto in altezza, ma anche in altezza interiore, se così si può dire. Questa è stata una delle battaglie più belle della mia crescita anzi della mia evoluzione, che è appena iniziata e chissà quante belle sorprese mi riserva ancora.

Articolo di Federico Curti, 3C

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Imparare la lezione

Cara Prof., come sta?

Io sono molto triste… Nel momento in cui si è chiusa la scuola ero contento e pensavo che mi sarei divertito a giocare con tutti i miei amici. Non pensavo troppo al Coronavirus, anche se i telegiornali cominciavano a parlarne. Si è preso tutto, questo virus: mi ha tolto la libertà, mi ha tolto gli amici, mi ha tolto la scuola, mi ha tolto la tranquillità. Sta ammazzando tante persone e nessuno riesce a fermarlo.

Ho paura di lui perché adesso lo sento troppo vicino a me, non so se già sa che ha colpito anche un mio parente! Qui a casa non si capisce più niente, siamo tutti nervosi, i telefoni squillano di continuo. Questo mostro mi ha fatto piangere un’altra volta. Mi ha fatto rivivere il dolore di tutte le perdite che ho avuto qualche anno fa, mio nonno, i miei zii… Mamma e papà cercano di tranquillizzarmi ma, osservandoli bene, ho capito che la situazione non va bene per niente. Li ascolto di nascosto quando parlano al telefono e ho capito che il Coronavirus ha infettato tutti e due i suoi polmoni.

Mi sento piccolo e tanto solo, prof., e vorrei un suo abbraccio. Non voglio soffrire un’altra volta perché perdere una persona cara fa troppo male. Non voglio sentirmi un’altra volta vuoto, perché poi ci vuole troppo tempo per tornare a sorridere.

In questi giorni guardo molti video sul telefono ed uno mi ha colpito davvero molto. C’è il virus che parla con noi e ci dice che questa è una punizione per tutto il male che l’uomo ha fatto alla terra. È vero perché noi l’abbiamo distrutta. Con il prof. di scienze ho studiato gli ecosistemi e mentre ascoltavo la voce del virus mi sono venuti i brividi perché ha detto la verità. L’uomo ha distrutto i boschi, ha inquinato l’aria, le acque e non si è mai fermato a pensare al male che stavamo facendo alla natura. In questo video il virus ci dice che la terra si sta ribellando e ci sta togliendo tutto per farci riflettere su quanto l’uomo è egoista. Ha ragione. Speriamo di imparare la lezione, speriamo che torni tutto presto come prima, perché a me ha tolto tutto, questo maledetto. Mi mancano tutti i prof: è così brutto studiare a casa, senza vedere i miei amici, è brutto lavorare con un telefono e immaginare le vostre facce. Spero che questo incubo finisca presto e che tutti possano tornare alla normalità. Sarà difficile lo so, molte persone sono morte e questo non si può cambiare. Ma possiamo sicuramente fare qualcosa, quando una situazione non ci piace, come lei dice sempre: anche se non possiamo cambiare gli altri, possiamo migliorare noi stessi. Il momento giusto per farlo è arrivato.

Quanto mi manca, Prof. Le mando un abbraccio grandissimo mentre penso ai suoi sorrisi affettuosi.

Nicolas Cordisco