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Un sognatore che non si è mai arreso


Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso. 

Il 18 luglio si celebra Nelson Mandela International day, l’anniversario istituito dall’ONU nel 2009 per celebrare uno degli uomini più importanti del 900. Mandela nasceva proprio il 18 luglio, del 1918: è stato attivista e politico e fu attivo in Sudafrica, lottando durante tutta la sua vita contro la violenza, la segregazione razziale e perché che i neri potessero godere degli stessi diritti dei bianchi.

Mandela fece dell’uguaglianza e della libertà i suoi principi basilari: nel 1944 entra nella politica diventando membro dell’ANC (African National Congress) e guidando per anni campagne pacifiche tese alla parità dei diritti e all’uguaglianza tra i popoli. Aveva 30 anni quando l’apartheid divenne Legge dello stato in Sudafrica, era il 1948 e lui soffriva intensamente a pensare a quel che stava succedendo. Nel 1962 venne arrestato con l’accusa di sabotaggio e fu scarcerato solo 27 anni dopo. Fu un momento tanto buio della storia sudafricana, ma nonostante lui sia costretto al carcere, la sua immagine fa breccia sempre di più nell’opinione pubblica. Nel 1994 però è diventato il primo presidente della Repubblica del Sudafrica eletto democraticamente. Quello che mi ha sempre colpito in lui è la sua statura morale di fronte all’ “apartheid”, che nella lingua africana ha il significato letterale di “separazione”, per indicare appunto la divisione tra bianchi e neri.

Questa politica di discriminazione razziale venne regolamentata in apposite leggi nelle quali si stabiliva una netta distinzione della popolazione in tre gruppi razziali principali: bianco, nero africano e “coloured”, cioè appartenente ad una razza mista. Le relazioni interrazziali in questo modo erano del tutto impossibili: esistevano luoghi da frequentare separatamente, mezzi pubblici riservati solo ai bianchi, spiagge a cui i neri non potevano accedere, etc. Per fortuna, però, proprio grazie a Mandela, il Sudafrica gettò le prime basi per la democrazia.

Le leggi dell’apartheid discriminavano l’accesso al lavoro in base all’appartenenza razziale, vietavano i matrimoni tra persone di razze diverse, istituivano veri e propri “ghetti” (chiamati bautustan) in cui veniva relegata la popolazione nera, che in questo modo era sottoposta ad un forte controllo da parte del Governo.


La vita di Mandela è un modello di forza e coraggio: per questo viene considerato un emblema per le generazioni di tutti i tempi. Nelson Mandela terminò i suoi giorni il 15 dicembre 2013 lasciando un mondo migliore di come lo aveva trovato.

Articolo di Pietro Catalli

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Ad occhi chiusi

E se essere liberi fosse semplicemente essere felici?

Per parlare di quel che chiamiamo libertà e delle costrizioni che ci sono state nella storia e che ci sono tutt’ora ci metterò un po’, mettetevi comodi.

Nel corso della Storia ci sono state parecchie situazioni riguardanti costrizioni dittatoriali, religiose e sociali. Abbiamo potuto osservare come in alcuni Paesi esisteva la schiavitù, lo sfruttamento minorile, un re o un capo assoluto, e questo ha fatto sì che fin dall’inizio ci siano state evidenti differenze che hanno portato squilibri sociali permanenti tutt’ora.

Prima, ad esempio, anche in Europa, abbiamo avuto casi di monarchia assoluta, ciò significa che c’era una sola persona che regnava su un intero territorio. O delle dominazioni straniere che hanno stremato alcuni territori. Per fortuna ora invece è diverso: in gran parte del mondo le cose vanno molto meglio, anche se -purtroppo- non ovunque. In Italia oggi abbiamo una repubblica parlamentare dove abbiamo sì, un gruppo di persone a rappresentarci, però esso fondamentalmente è scelto dal popolo e poi chi viene eletto prende decisioni per conto dell’intera popolazione. Esistono anche i referendum, per prendere in considerazione il parere della popolazione. In Inghilterra c’è una monarchia costituzionale, invece, in cui c’è una famiglia reale che interagisce con altri organi governativi e si dividono i compiti. In Francia c’è una repubblica semipresidenziale e così via. Con questi dati possiamo renderci conto del fatto che, sebbene le forme di governo siano diverse l’una dell’altra. non abbiamo più sfruttamenti e schiavitù. Facendo ancora un salto nel passato, ma nemmeno troppo lontano, e parlando di duro lavoro degli operai nelle fabbriche, che lavoravano in condizioni assurde e non venivano pagati abbastanza, possiamo tranquillamente osservare che quella non è vita ne tantomeno libertà.

Ecco questa parola così tanto incomprensibile per alcuni, quanto speciale ed importante per altri. Discutiamo quindi di quest’altro lato della medaglia, il più bello, il più emotivo e il più speciale ma a volte anche il più pericoloso.

Detto sinceramente non so dare una vera definizione tecnica alla libertà, può essere interpretata in migliaia di modi diversi e ognuno sicuramente diverso dal primo, infatti, per ognuno di noi essa può essere descritta in modi differenti e personali.

Per me la libertà è essere felici, quindi averla per esserlo.
Secondo me servirebbe solo questo per essere davvero liberi.

In amore, ad esempio, ognuno dovrebbe essere libero di amare la persona con cui è felice, chiunque essa sia. La libertà di essere felici amando qualcuno per me si troverà sempre al primo posto.
Ma non parliamo solo di questo.
Per esempio possiamo dire che nel 1946 la donna ha guadagnato la libertà e il diritto di voto in Italia per la prima volta dopo lunghissime lotte per la parità fra i sessi, che tutt’ora non è ancora completamente uguale.
Poi ci sono la libertà d’espressione, d’istruzione, di salute. Questi sono anche diritti. Forse libertà e diritti sono concetti veramente vicini, affini, quasi gemelli.
Parliamo poi di tutte le libertà portate via a chi viene considerato diverso dalla normalità, per il modo di vestire, per l’orientamento sessuale, per il colore dei capelli, della pelle, per il fisico. Ma  secondo voi esiste davvero una vita in cui le persone vengono considerate “normali”? Oggi, con la situazione che stiamo vivendo, possiamo vedere con i nostri occhi e vivere sulla nostra pelle un esempio di costrizione e di limitazione di libertà, che sfortunatamente dureranno ancora per un po’. Siamo fortunati però se pensiamo che anni fa gli uomini erano costretti a combattere in guerra mentre a noi ci chiedono soltanto di stare in casa per cercare di evitare una malattia e proteggere i più fragili. 

E se essere liberi fosse semplicemente essere felici? Chiudiamo gli occhi, prendiamo un respiro e sorridiamo.

Articolo di Arianna Gasbarro

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Libertà e lockdown: riflessioni da dietro una finestra

Nessuno conosce il senso della libertà fino a quando non gli viene tolta! Questo è ciò
che ci dice Pessoa e credo che abbia perfettamente ragione.

Non avevo mai riflettuto sul significato di questa parola, e nemmeno sulla sua importanza. Oggi, però, posso dire di averne capito tutto il valore e senza che nessuno me l’abbia spiegato. Marzo 2020: dichiarato il lockdown totale in tutta Italia per una pandemia mondiale.

Si diffonde il Covid-19, un virus che colpisce le vie respiratorie e che, se preso in forma grave, può causare la morte. Tutto si ferma: fabbriche, negozi, parrucchieri, uffici, mercati, scuole. Mi sono ritrovato chiuso in casa, come un prigioniero, non potevo uscire nemmeno per una passeggiata. Ogni mio diritto, compreso quello di andare a scuola, è scomparso in un attimo. Ho trascorso quasi tre mesi lontano da tutto e tutti, solo con i miei pensieri e con la paura di questa vita nuova, diversa, strana, piena di solitudine. Mi è mancata l’aria, mi sono sentito svuotato di tutto.

I giorni sono diventati lunghissimi e tutti uguali, potevo guardare il mondo solo da dietro la finestra e, giuro, di aver provato emozioni bruttissime, che non dimenticherò mai.

Le corse all’aria aperta, le partite a calcio, le passeggiate, le risate con i miei amici, erano diventati un sogno. Ho passato ore ed ore sdraiato sul letto, a ricordare questi momenti ed ho pianto tantissimo perché mi accorgevo di non averli più.

Come facevo a non riflettere, a non aver mai riflettuto finora su cosa fosse la libertà e su quanto fosse importante? Mi mancava troppo la mia vita, il virus me l’aveva tolta all’improvviso e non è stato difficile fermarsi a pensare. La libertà è un diritto e sicuramente il più importante. Racchiude l’anima e l’esistenza e l’essenza di ogni essere umano: libertà di pensiero, libertà di azione, libertà di fare scelte, libertà di essere felici. L’ho studiato anche a storia e in letteratura, ma non mi ero mai fermato a leggere e capire con attenzione questa piccola parola.
Popoli interi hanno combattuto per avere l’indipendenza e quindi la libertà. Come dimenticare la Francia, l’Inghilterra, l’Europa e le loro rivoluzioni? L’ Illuminismo è
quel periodo che, secondo me, ha portato davvero grandi cambiamenti nella storia
dell’uomo europeo.
E’ il secolo dei lumi, della ragione, quello che ha svegliato l’essere umano, quello che sosteneva l’uguaglianza, quello che diceva che ognuno deve scegliere la propria felicità, che ognuno deve scegliere la propria religione.
Non è libertà questa? 

Articolo di Nicolas Cordisco

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Tra farfalle e costrizioni: l’importanza di essere liberi

Libertà: una parola di sette lettere che racchiude in sé un mondo, guerre e sacrifici umani di persone che hanno perso la loro vita per conquistarla. Mio padre afferma spesso che la libertà di ognuno finisce quando inizia quella di un altro; ciò significa che non vuol dire “poter fare tutto quello che vogliamo” ma agire nel rispetto delle altre persone.

La libertà è un diritto che è regolato anche nella Costituzione. Abbiamo studiato, tra le molte cose, che l’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) è un garante di questo diritto: nessuno potrà essere tenuto in schiavitù né in servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi sono proibiti in tutte le loro forme. O ancora, passando alla letteratura, Ferdinando Pessoa afferma che chi non apprezza la libertà non ha mai conosciuto la costrizione. Condivido pienamente questo pensiero perché solamente quando si subisce o si vive una mancata libertà -che sia di pensiero, di parola, di espressione, di movimento- quindi quando ci viene tolto o soppresso questo diritto, possiamo apprezzarne davvero il valore.
Sempre mio padre, ricordando le parole di Don Luigi Sturzo, mi fa notare che la libertà è come l’aria, se è viziata, si soffre, se è insufficiente, si soffoca e se manca, si muore.
Altro esempio che sento spesso citare è dato dal paragonare la libertà che un genitore può dare ai propri figli a una farfalla: se si mantiene la farfalla chiusa senza farla volare, anche se guidati da uno spirito di protezione, non imparerà mai nulla; se la si libera completamente, la si espone a dei pericoli. Ma non si può non farlo e forse la via di mezzo, dell’equilibrio, è sempre la più giusta.

La storia ci insegna come questo diritto sia stato conquistato con le guerre, con il sangue, ma ci racconta anche di come, in un attimo, a molti uomini è stato negato, totalmente o parzialmente. Possiamo anche dire che sicuramente questi uomini avranno desiderato la
libertà più di ogni altra cosa, invece la generazione di oggi si sofferma poco a riflettere
sull’importanza di questa conquista e sulla sua grandezza. Un tema attuale della limitazione della libertà è rappresentato dalla pandemia: essa ci vede costretti a ridurre i nostri movimenti, le passeggiate, gli abbracci, gli affetti e il nostro stare insieme, anche se per fortuna tutto ciò è solo transitorio e per un fine comune di salvaguardia di un diritto altrettanto importante e fondamentale, il diritto alla salute.

Questa pandemia inoltre ci ha consentito di valutare ancora meglio la differenza tra i sistemi democratici e quelli dittatoriali; quindi anche la libertà che questi sistemi
concedono al popolo. Molti ritengono che il coronavirus abbia limitato la libertà delle persone; per questo ci sono state anche manifestazioni contro il governo che -se pur comprensibili da un lato, perché dettate dall’esasperazione- non credo siano condivisibili, o almeno non per me, perché senza queste misure restrittive ci sarebbero stati molti più contagi e più vittime. Quindi la limitazione della libertà che ognuno di noi ha subito e più o meno ha rispettato, ha contribuito a salvare molte vite umane.
Questi eventi attuali, così come quelli che studiamo sui libri di storia, ci devono far riflettere sull’importanza della libertà: essa va conquistata, poi mantenuta nel tempo e meritata, sempre nel rispetto di quella altrui.

Articolo di Irene Buzzelli