L’acciaio a Toledo era famoso già dal 500 a. C. Mi sono appassionato mentre a geografia parlavamo di Spagna, di influenze, di contaminazioni. E voi? Volete saperne di più? Cliccate sul file con il mio approfondimento e…buona lettura!
Mentre Daniele tirava fuori gli oggetti dalla sua “scatola geografica” e ci parlava della Germania, durante l’ora di geografia, mi ha incuriosito particolarmente il nome di un luogo: Selva Nera. Mi sono chiesto da dove venisse e ho deciso di approfondirlo.
Ecco il mio lavoro, cliccate sul file e buona lettura.
La Geografia è l’albero, il tronco dal quale si diramano le altre materie, perché senza un luogo fisico non ci sarebbero persone che comunicano e agiscono ogni giorno. È come la storia della Matematica che è onnipresente, ma anche la Matematica deriva dalla Geografia, perché senza nessun punto di riferimento nello spazio, cosa posso misurare? Storia e Geografia vanno a braccetto, perché senza un luogo fisico e degli elementi geografici, come fiumi, laghi, foreste, non si sarebbe nemmeno svolta l’evoluzione dell’uomo, a partire dall’età della pietra, non si sarebbe scoperto nulla, non si sarebbero combattute battaglie, guerre, invenzioni, rivolte e rivoluzioni. In un certo senso, le materie e le discipline derivano anche dalla Storia, perché le lingue (e anche i dialetti), le scoperte scientifiche, le religioni si sono sviluppate in un determinato periodo della Storia, in un punto nel corso del tempo. La metafora dell’albero è la più adatta, credo, per spiegare questo concetto: la Geografia è il tronco dell’albero, e la Storia è rappresentata dai rami più grossi, dai quali si diramano altre materie.
Antonio Orsini
La storia e la geografia sono due materie connesse tra loro. Non esisterebbe la storia senza la geografia e la geografia senza la storia. Ogni evento storico è sempre collegato ad un luogo geografico. La scoperta dell’America è un perfetto esempio di relazione tra storia e geografia perché è stata una delle scoperte più importanti di sempre, scoperta di un luogo geografico che è entrata nella Storia ed è avvenuta in un preciso momento storico.
Angelica Di Rienzo
Alcuni umanisti affermano che la geografia serve per conoscere e memorizzare la storia, per capire come si è insediata una civiltà, il modo di vivere dei suoi abitanti, le tradizioni, il sistema politico adottato, bisogna relazionarsi con il territorio, con l’ambiente geografico che lo circonda, con il suo paesaggio. Le due discipline per me sono interconnesse, dipendenti l’una dall’altra. Per quanto riguarda il caso specifico della campagna di Russia di Napoleone Bonaparte, quest’ultimo decise di invadere la città di Mosca con circa tantissimi soldati di nazionalità diverse ma non conoscendo la conformazione geografica del territorio, partì forse un po’ sprovveduto i i Russi nel frattempo bruciarono tutti i terreni, rendendoli sterili. Così, quando i soldati di Napoleone raggiungono la nazione straniera, non sanno di cosa cibarsi e molti muoiono di stenti. Nel frattempo poi arriva l’inverno russo, durissimo, e i militari non avevano l’abbigliamento adeguato per sopravvivere alle temperature rigide ed essendo già indeboliti, molti muoiono per il freddo e per le abbondanti nevicate. Ciò dimostra quanto sia importante la conoscenza della geografia e del territorio.
Un pomeriggio, uno dei lunghi pomeriggi delle giornate di quarantena, abbiamo deciso che la geografia sarebbe stato il nostro antidoto alla noia e alla tristezza. Ci siamo divertiti a diventare esploratori in casa nostra, non potendo uscire, e abbiamo viaggiato stando fermi, spulciando con più attenzione i posti della quotidianità e scoprendo che la geografia è ovunque. Come? Semplice, abbiamo lavorato con la fantasia, soprattutto, mescolata però a qualcosa di molto reale. E quindi abbiamo messo il naso nelle nostre dispense, per scoprire la provenienza degli alimenti che ogni giorno mettiamo sulle nostre tavole, o quella dei vestiti nei nostri armadi. Ma ancora, abbiamo viaggiato attraverso gli oggetti, che magari sono ricordi di viaggi o vacanze, oppure mappato i movimenti del nostro gatto dentro casa.
Dunque, ci siamo divertiti e insieme abbiamo capito che la geografia è la base della nostra realtà e che è fatta di spazi piccolissimi eppure sconfinati, e che si può essere buoni esploratori anche stando in casa, se sappiamo affinare la nostra capacità di osservazione.
Le carte geografiche sono rappresentazioni grafiche di una porzione di territorio. Ma si possono anche chiamare rappresentazioni simboliche perché gli elementi del territorio non sono rappresentati in modo realistico, con le loro forme originali o reali, ma attraverso simboli e colori: ad esempio, nelle carte fisiche si usano i colori per capire l’altitudine del territorio, la profondità del mare etc, o ancora, per esempio in una carta politica, si utilizzano simboli diversi per identificare una capitale rispetto a una città più piccola. Questi elementi sono illustrati dalla leggenda, una specie di guida alle informazioni di quella carta, che ci fa capire cosa vogliono dire quei simboli e colori. Una volta letta la leggenda ci possiamo tuffare nel mondo delle carte geografiche, chè un mondo bellissimo.
Bisogna capire, però, che le mappe sono tutte quante diverse e, allo stesso tempo, tutte un po’ giuste e un po’ sbagliate.
Innanzitutto bisogna fare i conti con un dato importante: non si possono inserire tutti gli elementi sulla carta, quindi i cartografi fanno una selezione di quello che si deve o non si deve inserire nelle carte. In secondo luogo, bisogna tenere presente che la geografia va di pari passo con altre discipline, come le scienze e la storia e quindi si è perfezionata sempre di più, ma che, nel tempo, ha subito l’influenza di altri “saperi” o credenze. Per esempio molto spesso le carte che noi utilizziamo riproducono l’Europa o l’Italia al centro. Ma in Cina cosa avranno nel centro? La Cina o l’Europa? E ancora, nel passato, avete mai pensato che ogni popolo mettesse al centro della carta il proprio territorio?
Ancora un altro aspetto: nel Medioevo, ad esempio, alcune carte geografiche rappresentano Dio al di sopra della Terra, della mappa, come a far capire chi comanda. Oggi sarebbe impensabile. Eppure, le carte non sono del tutto vere nemmeno oggi. Perché, sebbene tentino di rappresentare nel miglior modo la superficie del globo, in realtà quella superficie è difficilmente riproducibile su una carta piana, visto che la terra è tonda e leggermente schiacciata ai poli. Dunque, ogni mappa attua una distorsione della reale superficie terrestre. La distorsione cambia le proporzioni dei continenti, per esempio.
Vediamo meglio: la proiezione di Mercatore, per esempio, è una proiezione cartografica “conforme e cilindrica”. Questo significa che la proiezione nasce dall’idea che possiamo distendere, srotolare, un cilindro sul quale abbiamo proiettato la terra fino ad ottenere un rettangolo. La proiezione quindi non riesce a coprire pienamente le aree prossime ai Poli e questo vuol dire che tutte le terre più vicine ai poli sono rappresentate in modo più esteso di quanto siano davvero e, siccome la maggior parte di queste zone sta sull’emisfero boreale, Europa, USA, Canada, Scandinavia, Siberia e soprattutto Groenlandia, risultano più grandi di altre terre. In pratica, all’altitudine maggiore di 70° a Nord o a Sud, la proiezione di Mercatore è praticamente inutilizzabile. Questa proprietà, però, la rende facilmente utilizzabile ai navigatori, dato che ci vuole pochissimo per riportare delle direzioni da punto a punto, grazie agli angoli generati da meridiani e paralleli che sono preservati, perché si intersecano ad angolo retto. Questa proiezione, disegnata nel 1569, è diventata la più conosciuta e usata per le mappe nautiche, ma non solo, è tuttora utilizzatissima: sapevate che è la carta che usiamo oggi in Google Maps? Google usa la Mercatore Sferica, un tipo di proiezione di Mercatore, mentre ha usato una proiezione equirettangolare fino al 2005. Infatti, nonostante la sua distorsione, la Mercatore si adatta bene perché può essere spostata e scalata.
Dunque, se la carta di Mercatore è stata creata per la navigazione, quella di Peters, del 1974, è stata creata per rispecchiare le reali misure in scala 1:635.500.000 (ossia che un cm2 equivale a 63.500 km2 di superficie reale) e mantiene sempre ortagonali, su un piano a due dimensioni, i meridiani e i paralleli. Questo va a discapito della precisione nella rappresentazione delle distanze verticali. In particolare, però, la carta di Peters è veritiera in quanto mantiene uguale la distanza di tutti i punti dall’Equatore, perché i meridiani si uniscono ai poli. Inizialmente, poiché la proiezione di Peters mostrò più esattamente le dimensioni dei paesi in via di sviluppo, molte organizzazioni caritatevoli gli diedero sostegno, visto che la carta di Mercatore fu tacciata di eurocentrismo: al tempo di Mercatore, infatti, l’America era stata scoperta da poco e siamo nel periodo delle grandi esplorazioni geografiche, sempre seguite dai commerci selvaggi dell’Europa a danno delle colonie in India e nel Nuovo Mondo. La rappresentazione del mondo di Mercatore, quindi, pone l’idea dell’Europa come centro politico ed economico del mondo, tanto da dare un’immagine del mondo falsata. Per esempio l’Europa più grande dell’America Latina, che invece risulta più del doppio più grande. O ancora, la Germania è esattamente al centro e non a caso Mercatore era tedesco. Ne consegue quindi che rappresentazione della Terra che siamo abituati a vedere fa sembrare più importanti i paesi del Nord del Mondo. Ed era proprio per questo che Peters affermava che la sua rappresentazione per “aree equivalenti” rendeva giustizia a tutti i Paesi del mondo. Ma i sostenitori di Peters non avevano considerato il periodo storico: la proiezione di Mercatore è stata concepita essenzialmente per la navigazione, quindi non per questioni politiche ma perché era quello di cui si sentiva necessità in quel momento storico.
Oggi entrambe le proiezioni sono state quasi ovunque sostituite da proiezioni più precise: nelle aule di scuola probabilmente c’è la proiezione di Robinson o quella di Winkel Tripel, ma di questo parleremo in un altro articolo.
Abbiamo capito, insomma, che tutte le carte sono diverse, e al contempo giuste e sbagliate. O meglio, imperfette. Non esiste una carta perfetta, perché le carte possono essere solo vicinissime alla realtà. Esistono però molte carte che esaminano a fondo e per bene un aspetto. Per avere idea di più aspetti devo incrociare informazioni, fonti e…mappe.
Articolo di Antonio Orsini e Alessandro Tocci, IIB
Abbiamo analizzato alcuni brani letterari, testi in prosa o poesie, e abbiamo notato che la geografia è davvero presente in maniera profonda. Dalle descrizioni dei paesaggi agli elementi che riguardano l’orientamento…ci siamo resi conto che la geografia permea non solo la letteratura, ma proprio la vita di tutti i giorni.