La mitologia e il folklore dei paesi asiatici ci mostrano e ci raccontano tante storie romantiche che hanno per protagonisti un uomo e una donna legati da un amore indissolubile.
Non sempre, purtroppo, c’è il lieto fine, ma in compenso abbondano stelle, principi, promesse eterne e altri elementi che creano un’atmosfera da sogno.
Ve ne ho scelte alcune che mi sono piaciute e spero davvero che vi faranno compagnia in zona rossa o arancione. Buona lettura!
San Valentino in Cina: Il bovaro e la tessitrice
Il bovaro Niu Lang e la tessitrice Zhi Nu sono innamorati ma si possono incontrare una sola volta all’anno. Questa data fatidica cade il settimo giorno del settimo mese del calendario lunare (varia ogni anno ma è intorno al 7 luglio) ed è una ricorrenza che viene festeggiata in Cina come Qixi Festival, l’equivalente del nostro San Valentino. Gli innamorati trascorrono insieme momenti romantici e si scambiano doni.
Ma chi sono i protagonisti di questa popolare leggenda? Niu Lang è un orfano che possiede solo un vecchio bue. Zhi Nu è la figlia dell’imperatore celeste: la più bella e la più abile tessitrice tra le sette figlie dell’imperatore. Niu Lang e Zhi Nu si innamorano perdutamente, si sposano e hanno anche due figli ma il loro amore fa arrabbiare il padre di lei, che richiama immediatamente al cielo la figlia. I due innamorati vengono divisi e non posso che guardarsi da lontano e piangere. Il dolore provato da due amanti, prova tangibile della forza del loro amore, commuove gli dei celesti che decidono di concedere loro un giorno all’anno per ritrovarsi. Nel giorno stabilito dagli dei uno stormo di gazze forma un ponte su un fiume che li tiene separati per permettere ai due innamorati di incontrarsi. Nella mitologia cinese il fiume che divide i due amanti è la Via Lattea, mentre le due stelle luminose ai lati opposti della costellazione sono Niu Lang (Altair), e Zhi Nü (Vega). Le due stelle più piccole che si allineano con Altair sono i figli dei due innamorati.
Ancora oggi le due stelle più grandi che brillano ai due lati del fiume, la stella Altair e Vega, ovvero Niu Lang e Zhi Nu, si possono ammirare nel cielo notturno durante l’autunno, e vicino a loro due stelle più piccole, i due figli nati dal loro amore.
Rama e Sita
Un’altra bellissima storia d’amore asiatica è quella di Rama e Sita, che viene simbolicamente festeggiata durante il Diwali, il festival delle luci della tradizione indiana. Rama e Sita sono marito e moglie e il loro era un matrimonio felice. Il demone Ravana però, che è un demone, si invaghisce di Sita e un giorno la rapisce per averla come sposa. Sita rompe la sua collana e lancia uno a uno i gioielli e le sue perle per lasciare una scia che indichi all’amato Rama la via da seguire per ritrovarla. Rama, principe guerriero coraggioso e innamorato, si mette sulle tracce della sua bella. Lungo il cammino incontra il re delle scimmie Hanuman che diventa suo amico e decide di aiutarlo: invoca l’aiuto di tutte le scimmie e gli orsi del mondo, che accolgono l’invito. Grazie a loro, che si uniscono a formare un ponte, Rama raggiunge l’isola dove Sita viene tenuta prigioniera. Ha inizio una battaglia sanguinosa che termina con l’uccisione del demone Ravana. Rama e Sita riprendono il lungo viaggio di ritorno verso casa e il loro cammino viene guidato da lampade ad olio accese dagli abitanti della città di Ayodhya in loro onore, per indicargli la strada del ritorno.
Ogni anno nel giorno del Diwali viene ricordata la bella storia di Rama e Sita e vengono accese lampade per ricordare che la luce trionfa sul buio, ovvero il bene vince sul male.
Pandagian e le stelle: amore in Indonesia
Meno conosciuta in Occidente è questa leggenda indonesiana che ho trovato molto poetica e ve la voglio raccontare.
Pandagian è una fanciulla che vive in un villaggio dell’Indonesia. Ogni notte va in una radura nei pressi del mare a danzare per ore. La sua danza non ha eguali nel mondo per leggiadria e mentre danza la fanciulla dimentica ogni cosa. Alle prime luci del mattino Pandagian torna nella capanna dove vive con la famiglia. Per entrare nella capanna deve salire una scala di legno. Un giorno il padre, adirato dalle continue uscite notturne della figlia, le impone di smettere di danzare. La ragazza non rispetta l’ordine del padre, ma al ritorno dalla consueta danza notturna l’attende una sorpresa: la scala è stata tolta, impedendole di entrare nella capanna. Pandagian implora il padre di farla entrare, ma non c’è modo di convincere l’uomo a cambiare idea. Rimane a dormire per terra. Guardando in alto il cielo le sembra di scorgere il principe della notte Ramasian che guida il suo carro tra le stelle. “Ah, se potessi danzare tra le stelle!”, sospira la fanciulla. Come d’incanto, una sedia d’oro sostenuta da una catena d’argento, le appare. Appena Pandagian si siede, la sedia magica si alza in volo. All’altezza della capanna Pandagian si ferma a salutare la famiglia. Il padre, compreso l’errore commesso, le chiede di restare ma la ragazza ha ormai preso la sua decisione. Ramasian e Pandagian si sposano e la fanciulla è libera di danzare tra le stelle. La vita dei due innamorati scorre felice, fino a quando Pandagian ha la curiosità di recarsi al fiume e danzare tra le acque della cascata. Il principe del sole, l’invidioso fratello di Ramasian, coglie l’occasione per trafiggere la fanciulla con un raggio infuocato. Sono le stelle a dare l’annuncio della sua morte a Ramasian. Distrutto dal dolore, il principe rimane accanto al corpo della sposa per giorni, dopodiché decide di trasformarlo in infinite stelle lucenti. Le getta lontano, dando vita a nuove costellazioni. L’ultima stella che gli rimane in mano gli ricorda il volto della donna amata. Come ultimo sommo gesto d’amore, spezza la stella in mille frammenti che diventano animaletti luccicosi e li invia sulla Terra affinché il padre di Pandagian possa riavere con sé la figlia amata.
Le lucciole inviate da Ramasian sulla Terra danno il via ad una danza leggiadra e i genitori di Pandagian riconoscono in loro il messaggio d’amore della figlia, che vuole salutarli e consolarli.
Il filo rosso del destino
L’espressione “legati da un filo rosso” la conoscete sicuramente. Vi dice qualcosa? Il filo rosso del destino (o dell’amore) è una leggenda molto diffusa in Giappone, sebbene originariamente sia cinese. Secondo questa storia, ognuno di noi fin dalla nascita porta attaccato al dito mignolo della mano sinistra un’invisibile filo rosso che lo lega alla persona a cui è destinato. Il filo rosso dell’amore è indistruttibile: le due persone legate sono inevitabilmente destinate a incontrarsi e a innamorarsi.
Questa storia ci dice che per ognuno di noi esiste qualcuno che ci aspetta o che sta lottando per arrivare a noi.
Articolo di Alessia Di Chello, 3A