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Il limite, qualche riflessione

Un limite è una protezione, ma se lo oltrepassi puoi cacciarti in un oceano di guai, ma anche in un oceano di fortuna, basta avere la curiosità, l’energia e la voglia di vivere.
Federico Curti IIC

Un limite è qualcosa che spesso l’uomo ha dovuto fronteggiare nella storia. Uno dei limiti più famosi di tutti i tempi è “l’ermo colle” della bellissima poesia L’Infinito di Leopardi. La “siepe che il guardo esclude” è proprio la descrizione di un limite, di un confine che l’autore stesso vuole sorpassare, perché il desiderio di sapere è proprio dell’uomo. L’Oceano anche spesso è stato un limite geografico, fino a quando non si è iniziato a solcare le sue onde per scoprire terre nuove. Quindi io penso che l’atteggiamento con il quale si affronta il concetto di limite possa fare la differenza.
Angelica Ianiro, IIC

Nella società di oggi si è sviluppata una forma di poco rispetto verso le persone considerate diverse. Il diverso nasce da un limite. Vero o immaginario. Il razzismo è per esempio un fenomeno irrazionale e ingiusto ma, ahimè, molto comune. Così come le discriminazioni verso i disabili. Bisognerebbe semplicemente far capire ad alcune persone che se mettono dei limiti troppo rigidi possono perdersi tante cose belle, per esempio gli incontri con le altre persone. Mi viene da pensare che “ognuno di noi è meravigliosamente unico e meravigliosamente diverso”. Sandro Penna diceva: “Felice chi è diverso, essendo egli diverso, ma guai a chi è diverso, essendo egli comune”. Secondo me ha ragione!
Arianna Gasbarro, IIC

Superare una limite è come superare una paura e la paura è un ostacolo che ti assilla, che prima o poi devi affrontare. C’era un ragazzo di nome Jack, che aveva paura dell’altezza e di volare. Lui non andava mai a fare scampagnate, scalate o viaggi all’estero. Un giorno si convinse ad andare a fare una scalata con i suoi genitori, perché voleva superare a tutti i costi questo limite che si era imposto. Cominciarono quindi a salire, e lui si impose di non guardare mai indietro. Dopo tanta fatica arrivò alla prima tappa della scalata e nonostante tutto non riuscì a guardarsi dietro. Cominciò a salire per l’ultima tappa ed era proprio da lì che voleva guardare giù: dal punto più alto. Arrivò in cima senza fiato, sfinito, senza energie, ma si convinse a girarsi, anche se aveva tantissima paura. Aprì gli occhi e guardò giù: vide un panorama mozzafiato. Da quel giorno la scalata diventò il suo hobby preferito.
Valerio Lombardi, IIC

Frontiere e confini

Frontiere e confini

Quelli di frontiera e di confine due concetti tanto simili quanto lontani tra loro. Molto spesso questi termini vengono usati come sinonimi anche se non lo sono. Infatti per confine (cum-finis) si intende un limite, una separazione -per esempio tra Stati che si susseguono-. Basti pensare che gli Egiziani introdussero le prime forme di argimensura (misura planimetrica delle superfici agrarie) per delimitare i confini dei campi. Inoltre i confini sono i limiti di uno Stato stabiliti secondo accordi comuni a livello internazionale. Ci piace fare una distinzione bellissima tra confine reale e confine immaginario: il primo è riconducibile ad elementi naturali, per esempio all’orografia (le Alpi, nel caso dell’Italia) , all’idrografia (Mediterraneo, sempre in riferimento al caso italiano), mentre il confine immaginario ci catapulta verso un concetto molto più ampio ed impegnativo in quanto indica proprio un limite a livello etico-morale e mentale . Per esempio il razzismo. O, ancora, la diversità: chi decide cosa è diverso e da cosa? Chi stabilisce il limite di normalità? Concetti difficili. Ancora di più se pensiamo che il confine immaginario veniva (e in certi posti viene tutt’ora usato) come strumento per dominare il nostro pensiero controllandoci e non facendoci rendere conto dei fatti e della realtà attorno a noi.

Ben diverso è il significato di frontiera che, a seconda dei luoghi e dei tempi, assume un valore differente. La Treccani definisce così la frontiera: “per f. si intende una linea di confine, ufficialmente delimitata e riconosciuta fra due organismi politici e dotata talvolta di opportuni sistemi difensivi”. Un concetto politico, che però, a differenza de confine, racchiude nella sua etimologia l’idea di essere di fronte a qualcosa o qualcuno. Il fronte, come in gergo militare, è quindi il luogo dove forze contrapposte si scontrano.

Come ben sappiamo, però, le frontiere sono fatte anche per essere superate. Oggi come oggi, le frontiere non sono più intese solo come territorio di conflitto o cintese in genere. Sebbene esse sono la necessaria distinzione fra noi e gli altri, per esempio, o fra lo spazio fisico e quello interiore, le frontiere sono al contempo una serie infinita di domande : su noi stessi e su ciò che ci definisce. Anche perché se ci si contrappone ci si guarda allo stesso tempo negli occhi: sta a noi decidere se accogliere e ricambiare uno sguardo o se respingerlo.

Noi ci abbiamo riflettuto su tutto questo e troverete diversi articoli al riguardo. Buona lettura.

Ludovica Bruno