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Peters VS Mercatore: tutte le carte sono sbagliate?

Le reali dimensioni di alcuni Paesi

Le carte geografiche sono rappresentazioni grafiche di una porzione di territorio. Ma si possono anche chiamare rappresentazioni simboliche perché gli elementi del territorio non sono rappresentati in modo realistico, con le loro forme originali o reali, ma attraverso simboli e colori: ad esempio, nelle carte fisiche si usano i colori per capire l’altitudine del territorio, la profondità del mare etc, o ancora, per esempio in una carta politica, si utilizzano simboli diversi per identificare una capitale rispetto a una città più piccola. Questi elementi sono illustrati dalla leggenda, una specie di guida alle informazioni di quella carta, che ci fa capire cosa vogliono dire quei simboli e colori. Una volta letta la leggenda ci possiamo tuffare nel mondo delle carte geografiche, chè un mondo bellissimo.

Bisogna capire, però, che le mappe sono tutte quante diverse e, allo stesso tempo, tutte un po’ giuste e un po’ sbagliate.

Innanzitutto bisogna fare i conti con un dato importante: non si possono inserire tutti gli elementi sulla carta, quindi i cartografi fanno una selezione di quello che si deve o non si deve inserire nelle carte. In secondo luogo, bisogna tenere presente che la geografia va di pari passo con altre discipline, come le scienze e la storia e quindi si è perfezionata sempre di più, ma che, nel tempo, ha subito l’influenza di altri “saperi” o credenze. Per esempio molto spesso le carte che noi utilizziamo riproducono l’Europa o l’Italia al centro. Ma in Cina cosa avranno nel centro? La Cina o l’Europa? E ancora, nel passato, avete mai pensato che ogni popolo mettesse al centro della carta il proprio territorio?

Ancora un altro aspetto: nel Medioevo, ad esempio, alcune carte geografiche rappresentano Dio al di sopra della Terra, della mappa, come a far capire chi comanda. Oggi sarebbe impensabile. Eppure, le carte non sono del tutto vere nemmeno oggi. Perché, sebbene tentino di rappresentare nel miglior modo la superficie del globo, in realtà quella superficie è difficilmente riproducibile su una carta piana, visto che la terra è tonda e leggermente schiacciata ai poli. Dunque, ogni mappa attua una distorsione della reale superficie terrestre. La distorsione cambia le proporzioni dei continenti, per esempio.

Vediamo meglio: la proiezione di Mercatore, per esempio, è una proiezione cartografica “conforme e cilindrica”. Questo significa che la proiezione nasce dall’idea che possiamo distendere, srotolare, un cilindro sul quale abbiamo proiettato la terra fino ad ottenere un rettangolo. La proiezione quindi non riesce a coprire pienamente le aree prossime ai Poli e questo vuol dire che tutte le terre più vicine ai poli sono rappresentate in modo più esteso di quanto siano davvero e, siccome la maggior parte di queste zone sta sull’emisfero boreale, Europa, USA, Canada, Scandinavia, Siberia e soprattutto Groenlandia, risultano più grandi di altre terre. In pratica, all’altitudine maggiore di 70° a Nord o a Sud, la proiezione di Mercatore è praticamente inutilizzabile. Questa proprietà, però, la rende facilmente utilizzabile ai navigatori, dato che ci vuole pochissimo per riportare delle direzioni da punto a punto, grazie agli angoli generati da meridiani e paralleli che sono preservati, perché si intersecano ad angolo retto. Questa proiezione, disegnata nel 1569, è diventata la più conosciuta e usata per le mappe nautiche, ma non solo, è tuttora utilizzatissima: sapevate che è la carta che usiamo oggi in Google Maps? Google usa la Mercatore Sferica, un tipo di proiezione di Mercatore, mentre ha usato una proiezione equirettangolare fino al 2005. Infatti, nonostante la sua distorsione, la Mercatore si adatta bene perché può essere spostata e scalata.

Mappa di Mercatore

Dunque, se la carta di Mercatore è stata creata per la navigazione, quella di Peters,
del 1974, è stata creata per rispecchiare le reali misure in scala 1:635.500.000 (ossia che un cm2 equivale a 63.500 km2 di superficie reale) e mantiene sempre ortagonali, su un piano a due dimensioni, i meridiani e i paralleli. Questo va a discapito della precisione nella rappresentazione delle distanze verticali. In particolare, però, la carta di Peters è veritiera in quanto mantiene uguale la distanza di tutti i punti dall’Equatore, perché i meridiani si uniscono ai poli. Inizialmente, poiché la proiezione di Peters mostrò più esattamente le dimensioni dei paesi in via di sviluppo, molte organizzazioni caritatevoli gli diedero sostegno, visto che la carta di Mercatore fu tacciata di eurocentrismo: al tempo di Mercatore, infatti, l’America era stata scoperta da poco e siamo nel periodo delle grandi esplorazioni geografiche, sempre seguite dai commerci selvaggi dell’Europa a danno delle colonie in India e nel Nuovo Mondo. La rappresentazione del mondo di Mercatore, quindi, pone l’idea dell’Europa come centro politico ed economico del mondo, tanto da dare un’immagine del mondo falsata. Per esempio l’Europa più grande dell’America Latina, che invece risulta più del doppio più grande. O ancora, la Germania è esattamente al centro e non a caso Mercatore era tedesco. Ne consegue quindi che rappresentazione della Terra che siamo abituati a vedere fa sembrare più importanti i paesi del Nord del Mondo. Ed era proprio per questo che Peters affermava che la sua rappresentazione per “aree equivalenti” rendeva giustizia a tutti i Paesi del mondo. Ma i sostenitori di Peters non avevano considerato il periodo storico: la proiezione di Mercatore è stata concepita essenzialmente per la navigazione, quindi non per questioni politiche ma perché era quello di cui si sentiva necessità in quel momento storico.

Mappa di Peters
@wikipedia: “in questa carta la riga celeste sta ad indicare l’Equatore mentre le due righe blu scuro stanno ad indicare i due tropici (Tropico del Cancro e Tropico del Capricorno)”.

Oggi entrambe le proiezioni sono state quasi ovunque sostituite da proiezioni più precise: nelle aule di scuola probabilmente c’è la proiezione di Robinson o quella di Winkel Tripel, ma di questo parleremo in un altro articolo.

Abbiamo capito, insomma, che tutte le carte sono diverse, e al contempo giuste e sbagliate. O meglio, imperfette. Non esiste una carta perfetta, perché le carte possono essere solo vicinissime alla realtà. Esistono però molte carte che esaminano a fondo e per bene un aspetto. Per avere idea di più aspetti devo incrociare informazioni, fonti e…mappe.

Articolo di Antonio Orsini e Alessandro Tocci, IIB

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L’era delle scoperte geografiche: voglia di scoprire e di superare i propri limiti

L’uomo ha sempre voluto esplorare nuove frontiere e luoghi sconosciuti. Sicuramente una tappa fondamentale di questo processo è stata la Scoperta dell’America. Molte scoperte ci sono state prima e molte ce ne saranno dopo, ma questa ha un fascino particolare perché avviene per un grosso errore di calcolo e, al contempo, in un momento d’oro per le esplorazioni: l’era delle grandi scoperte geografiche, che inizia nella seconda metà del Quattrocento poiché si volevano ricercare nuovi modi di scambi e si voleva dare impulso allo sviluppo della navigazione.

I Portoghesi, per esempio, che non avevano accesso – soprattutto per via della loro posizione geografica, ma anche a causa del dominio turco – alla Via della Seta e al Mar Mediterraneo, decisero che l’Oceano Atlantico, il loro mare, non gli avrebbe più fatto troppa paura.

Decisero quindi di superare un limite.

Iniziarono così prima a studiare (Coimbra è ancora oggi un’università importante e Sagres era una scuola nautica prestigiosa), poi a esplorare. Grazie a strumenti perfezionati come la bussola, l’astrolabio, i portolani e le caravelle raggiunsero risultati sempre maggiori, anche grazie a Enrico il Navigatore, il sovrano portoghese, che diede una spinta alle esplorazioni. Vasco da Gama per esempio riuscì a circumnavigare l’Africa.

Poi, un genovese, Cristoforo Colombo, pensò di aver scoperto una nuova rotta per arrivare alle favolose Indie, descritte come terre ricchissime e piene di meraviglie da Marco Polo ne “Il Milione”, coi suoi “tetti d’oro” e le tradizioni uniche. Colombo inizialmente chiese di farsi finanziare il viaggio prima ai portoghesi, poi agli inglesi. In entrambi i casi ci si rese conto di un errore di calcolo, e quindi Colombo si vide i soldi negati per ben due volte. Finalmente la sua proposta venne accettata dai sovrani spagnoli che sapevano lo stesso dell’errore, ma che capirono i vantaggi che avrebbero avuto qualora davvero Colombo fosse arrivato alle Indie. Colombo partì con le sue tre caravelle e arrivò, il 12 ottobre 1492, arrivò sull’Isola di San Salvador, nel Mar dei Caraibi, pensando che quelle fossero le Indie. Egli tornò in Spagna senza nessuna ricchezza ma affermò di aver trovato il Paradiso Terrestre, per la bellezza di questi territori. I re spagnoli non furono contenti di questo e lo rimandarono varie volte in America finché, in una piccola cittadina, egli morì senza nessun riconoscimento.

Però il successo di Colombo fu la spinta affinché nel 1497, Caboto raggiunse il Nordamerica; nel 1500 Cabral arrivò in Brasile e poi Amerigo Vespucci giunse in Sudamerica, chiarendo che non si trattava dell’Asia ma di un continente nuovo, l’America, che da lui prese il nome. Infine, Ferdinando Magellano circumnavigò il Mondo intero, insieme ad Antonio Pigafetta.

Il mondo, alla fine, divenne in un attimo molto più grande di quello che si pensava, grazie a un limite oltrepassato.

di Giuseppe D’Amico e Gabriele Quaranta, II B