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Articoli Recenti, Frontiere e confini, Il confine tra i mondi: la vita ultraterrena

Umano/Alieno

Quanto è antica l’umanità? Da dove viene? In che rapporto è con gli elementi o gli abitanti al di fuori dei confini terresti? Esistono abitanti extra-terrestri? Queste sono domande che l’uomo si pone da sempre e chissà se troverà presto una risposta. Ancora oggi, la scienza si ritrova a discutere sull’origine della vita e sull’origine dell’uomo. Di solito, ci si basa sui due poli del darwinismo e del creazionismo. Tuttavia, secondo alcuni ricercatori di frontiera, c’è dell’altro.

Ma andiamo per gradi: che cos’ è la vita? C’è chi considera vita ogni molecola capace di riprodursi autonomamente e chi considera vita l’insieme organizzato di materia ed energia. Ma ancora, come si è evoluta la vita? Alcune teorie evidenziano che l’Homo Sapiens non avrebbe potuto diventare,  in così breve tempo (circa 30.000 anni al massimo), come gli esseri umani di adesso. Manca, quindi, una specie di “anello di congiunzione”, che impedisce di dire con certezza la vera origine dell’ uomo. E così, secondo alcuni, potrebbe esserci stato un “aiuto” da parte di entità superiori, distanti miliardi di anni luce da noi. Solitamente, si dice che gli albori dell’ umanità vengano definiti dalla comparsa del primo ominide, quasi 5 milioni di anni fa; ma chi può dire che, in realtà, la Terra non sia stata abitata da esseri con un’ intelligenza molto superiore alla nostra?

La teoria evoluzionista spiega la realtà come risultato di un processo di sviluppo. Questa nasce dal celebre Charles Darwin, che si oppose alla dottrina, che credeva che tutto fosse stato “creato” (da qui il termine “creazionismo”) per mano di un Messia; invece, Darwin affermava che la nostra sarebbe stata un’evoluzione. Per la precisione, la teoria dice questo: “a ogni generazione, negli individui di una specie compaiono, in seguito a mutazioni nel DNA, nuovi caratteri: se sono vantaggiosi per la sopravvivenza, vengono trasmessi ai figli, e con il passare delle generazioni si diffondono, fino a diventare prevalenti nella popolazione; se invece essi sono svantaggiosi rispetto all’ambiente, diventano rari e scompaiono”.

E l’anello di congiunzione?Abbiamo detto che, secondo alcune ricerche, l’Homo Sapiens non si sarebbe potuto evolvere in così “poco tempo” in quello che noi siamo oggi ma è anche vero che nessuno è mai giunto a qualche prova di particolare importanza. Per questo ci chiediamo: e se un indeterminato soggetto dotato di intelligenza, poteri o macchinari impensabili avesse innescato in qualche modo una trasformazione? In questo caso, si creerebbe un ulteriore interrogativo: perché? 

Da sempre ci si interroga non solo sulla possibile esistenza di forme di vita nello spazio, ma anche sulle forme di vita intelligenti con cui si possa stabilire una comunicazione. Per questo, già da tempo proviamo ad inviare dei “messaggi”, destinati ad eventuali intelligenze extraterrestri. Proviamo in generale ad esplorare e capire di più su quel che riguarda il mondo extra-terrestre, al di là dei confini terrestri. Un esempio di tutto ciò sono le sonde Voyager, dotate di una placca di alluminio su cui sono stati incisi schemi e disegni, con lo scopo di scoprire di più su quello che ci circonda ma qualcuno dice anche per dare informazioni su noi e sulla nostra posizione nell’Universo ad un’entità non terrestre. Ci sarebbe tantissimo da aggiungere su questo, ricordiamo soltanto che il programma Voyager è un programma scientifico statunitense che ha portato al lancio di due sonde spaziali, chiamate Voyager 1 e Voyager 2, alla fine degli anni 70 del 900, per l’esplorazione del sistema solare esterno.

Esiste poi un altro progetto, il progetto SETI, della NASA, che utilizza radiotelescopi per captare e analizzare possibili segnali radio provenienti dalle stelle. SETI è l’acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence e il suo scopo è analizzare segnali radio in cerca di segni di intelligenze extraterrestri. A questo progetto partecipa anche l’Italia. La massa di dati da analizzare è enorme e i responsabili della ricerca hanno risolto il problema smistando i dati in “pacchetti” su milioni di personal computer privati che aderiscono al progetto SETI@home. I computer ricevono questi dati via Internet, mentre “riposano” (quando è attivo il salvaschermo), e rispediscono nello stesso modo i dati processati. Chiunque abbia un computer collegato a Internet, quindi, può partecipare a questo progetto, collegandosi al rispettivo sito.

PROPOSTA

Se hai del tempo libero, ti proponiamo questa attività. Svolgi una ricerca e informati meglio sul progetto legato alle sonde Voyager e sul progetto SETI. Indaga su come è stato preparato il disco contenente informazioni sulla vita terrestre. Poi, vai sul sito del progetto SETI, così da renderti conto di quali siano i risultati finora raggiunti e per scoprire come si può collaborare da casa. Terminati questi approfondimenti, avrai qualcosa in più da raccontare ad un tuo amico o ad una persona qualunque, e avrai una cultura ancora più vasta.

Articolo di Alessandro Chiappini